Uncategorized

Riprendere – un giorno buono

Non sopporto Dieudonné, come non sopportavo Charlie. E come non sopporto una mezza valanga di altre cose, dagli estremisti della banalità il cui unico scopo è commentare gli articoli dei giornali online (cazzo sono sempre gli stessi!) fino alle vignette oscene di Krancic.
Eppure (ovvio, con distinzioni enormi, ma si parla di sistemi massimi) il gesto di sparare ad un vignettista e quello di arrestare un comico fanno parte della stessa scuola: l’impotenza a proporre un modello culturale che sia talmente forte da sbaragliare l’avversario sul suo stesso campo.
L’arresto di un comico, per quanto squallido possa essere il suo repertorio (ma davvero qualcuno di noi conosceva Dieudonné prima della “quenelle” di Anelka?) non è differente da un qualsiasi altro abuso. Certo, se c’è reato è giusto che il reato debba essere perseguito, ma il dubbio rimane. Possibile che si debba intervenire su Dieudonné invece di intervenire sulla gente che va a sentire Dieudonné? O meglio, non su chi spende soldi per sentire Dieudonné (la borghesia di sinistra italiana fa schifo, ma quella francese, dio santo, è marcia) ma sulle persone a cui Dieudonné parla.
L’antisemitismo moderno, nato in seno alla sinistra socialista francese, è un cancro che fa danni, e si alimenta del furore filo-israeliano di una gran parte di cittadini di religione ebraica, sia in Francia che in Italia (se non sapete che intendo guardate un tale David Di Tivoli…).
Non è un caso che l’estrema sinistra francese, mentre tutto il mondo, persino quello della (quasi) sinistra italiana si sbracciava per difendere gli ormai cadaveri di Charlie Hebdo, abbia alzato un muro contro l’islamofobia. Da noi invece la Santanché ha sostenuto di voler pubblicare Charlie Hebdo in Italia (ma se la ricorda la copertina con il padre il figlio e lo spirito santo?) come a dire: Oh, gli sciacalli sono quelli che uccidono dei poveri vignettisti, mica io.
È triste vedere quindi la mancanza di un pensiero culturale laico, radicale e riformista che sappia opporsi ad ogni tipo di fanatismo. Gli ideologi della Terza Via hanno dimenticato di dire che quel pensiero politico era strettamente politico, e che senza l’apporto della sinistra rivoluzionaria (quella che diceva “una risata vi seppellirà”) sarebbe stata fagocitata dalle correnti identitario-solipsistiche tipo la Lega di Salvini, un esercito di gente incazzata pronta a fare la guerra dal proprio scranno mediatico.
Il problema verrà dopo, quando la terza via scoprirà di essere un vicolo cieco.
Il problema verrà quando i centri commerciali faranno aggregare i fanatici incazzati di Salvini come i forum pro-ISIS hanno fatto aggregare i nuovi jihadisti ad orologeria (qualcuno davvero pensava che li avrebbero presi vivi? I Francesi? Quelli che hanno perso tutte le guerre da Napoleone in poi?).
A quel punto le voci laiche, radicali e riformiste faranno meglio a tacere.
Faremo meglio a tacere.
Così come i professionisti che aderirono entusiasticamente alle SS per fuggire alla noia attraverso il gesto violento, attraverso il riconoscimento di una natura animale e violenta, così molte voci laiche, radicali e riformiste, domani, saranno sulle barricate di una nuova guerra. Le prove generali le stanno facendo il M5S, la lega, il PD con le nuove entusiaste truppe cammellate, e Forza Italia con gli incontri #tuttigiovani (c’è stato davvero, lo giuro, ho le prove).
Godiamo dell’arresto di Dieudonné, ed esaltiamo i martiri di Charlie. Aspettiamo che succeda qualcosa che ci dia il coraggio di prendere una posizione già delineata da un altro per combattere una nuova crociata. Siamo sulle spine. Se fossimo in California staremmo aspettando il “Big One”, il terremoto quello grosso, quello serio. Quello che dopo volano le mazzate.
Nel dubbio, nel nostro piccolo, proviamo ad incazzarci per le cazzate che facciamo noi. Per capire le cazzate degli altri.

P.S. Lettura consigliata: J.G. Ballard, “Regno a venire”, tr. it. F. Aceto, Universale Economica (economica… so sempre 10 euro) Feltrinelli, 2006

Lascia un commento